di Angela Potente —
Sul web girano più notizie false, definite bufale, che verità. E questo è un fatto consolidato. Pertanto ogni volta che mi capita sotto gli occhi una notizia particolare cerco di prenderla sempre con il dovuto sospetto. Così mi è capitato ieri leggendo del sindaco di Venezia e dei 49 titoli per l’infanzia che pare abbia messo all’indice. Il primo impulso che mi ha dettato la ragione è stato di vedere anche in questa notizia una “bufala”, perciò ho gironzolato un po’ sul web in cerca di conferme, o smentite come mi auguravo, mentre saltavo da un sito all’altro. Ma smentite non ne ho trovate. Anzi. La motivazione sottesa a questa scelta, ho letto, pare sia dovuta alla volontà di non caricare le istituzioni scolastiche della responsabilità di formare le coscienze dei bambini su temi – attenzione attenzione – quali la diversità e altre amenità del genere (ho scritto “genere” oddio un termine all’indice da mesi ormai, mi condanneranno al rogo presto).
Ora, di tutta questa incredibile (ma sul serio) storia non è tanto il fatto che improvvisamente si sia deciso che certe favole (tra i censurati appare anche Leo Lionni e ancora salto sulla sedia) possano essere “fuorvianti” (de che lo sanno solo loro) quello che mi fa sussultare – incazzare non si può scrivere credo – è proprio il concetto stesso di mettere al bando i libri. Lo trovo seriamente grave.
Al di là del dato puramente tecnico che se si volesse seguire il loro ragionamento si dovrebbe censurare di tutto, cominciando da Topolino. In fondo Paperino non è forse un single che cresce al limite della povertà tre paperini che forse gli sono nipoti? E vogliamo parlare proprio di Topolino? Altro single che ospita in casa due nipoti, e che occupato com’è a dar la caccia ai cattivi non sembra offrire loro altro che un tetto. O mi sbaglio? E Orazio e Clarabella? Una mucca e un cavallo che stanno insieme. Oddio altro che famiglia non tradizionale, qua siamo pure a specie differenti che intrallazzano una love story.
Al rogo anche Topolino suvvia.
E delle favole di Esopo o di Fedro? Che dire? Caspita non scrivevano neanche di uomini, ma di animali, li facevano parlare, vivere, scoppiare (La rana e il bue ve la ricordate?), come si può far credere ad un bambino che una volpe parli? Al rogo anche loro via!
Mi rileggo e penso davvero che sia tutto una follia. E un pensiero mi si affaccia dispettoso alla mente: se fossi stata bambina adesso di quali e quante letture mi avrebbero potuto privare?
Di quali sogni, e di quale immaginazione mi avrebbero potuto defraudare?
I libri sono il primo strumento che ci permette di crearci un mondo interiore. “Un’isola che non c’è” per nessun altro se non per noi stessi. Ah a proposito anche Peter Pan al rogo: istigava alla ribellione. E Mary Poppins idem al rogo, con quella borsa magica stracolma di cose ha fuorviato- miliardi di bambine che cresciute vanno in giro con borse che sembrano buchi neri. E Pinocchio? Vogliamo parlare del burattino con uno psuedogenitore anziano? E come unico punto di riferimento femminile una svalvolata dai capelli turchini? Forza, giochiamo a chi ne trova di più di libri fuorvianti. Ops… credo tutti. Sempre secondo il loro cieco ragionamento.
Io sono quello che sono per tutte le letture che ho fatto da quando a quattro anni ho imparato a riconoscere i segni sulla carta. Sono cresciuta disperandomi per i minatori con Germinal di Zola, a riconoscere le miserie umane con Balzac. Ho imparato attraverso i libri ad indignarmi per le ingiustizie sociali, a commuovermi, a provare empatia per il resto dell’umanità e a provare pena per le sue debolezze.
Ho imparato a sognare con le fiabe e le favole. A scuola adoravo leggerle e cambiare voce interpretando i diversi personaggi. E voglio affermare con ogni mio vibrante atomo che non credo affatto di essere stata “fuorviata” da certe storie semmai educata. Educata al rispetto per l’altro, educata a credere che la mia immaginazione potesse essere una forza non un limite.
Perché questo fanno i libri: educano.
L’intenzione dietro questa mossa cieca di censurare libri qual è dunque? Desertificare l’universo spirituale di ogni bambino? Renderlo un automa rimbambito da programmi tv, da reality, e da altre oscenità simili?
Quel che Bradbury immaginò nel 1953 si sta realmente avverando allora.
Tutti gli elementi utili per creare il perfetto idiota si stanno allineando precisamente come tessere di un domino deformato: la televisione sempre più invadente, i programmi sempre più beceri, il tartassamento mediatico che punta solo ad una esclusiva e ossessiva visione del mondo (e questa lista di proscrizione libraria ne è un perfetto esempio) e il terrore non di ciò che è diverso ma di quello che si vuole vedere come diverso. Ci sono tutti.
Fa paura questo scenario vero? Ma se si inizia dai libri per l’infanzia cosa vuoi che ci voglia per arrivare ai libri senza più distinzione di sorta? È solo un passo. Un passo breve se va avanti così.
A questo punto, non so voi ma io sto cominciando a imparare a memoria I fratelli Karamazov.
Libero libro in libera mente!
Ps ho scordato di annoverare tra le mie letture adolescenziali Dalla parte delle bambine di Elena Gianini Belotti. Fuorvianterrimo. Ve lo consiglio.