Ministro Madia, serve un osservatorio per eliminare mobbizzati, lavativi e ruffiani

da Pino Verbari — 

Leggo: “lo stress da lavoro correlato deve essere valutato anche per ….”.

Non sto qui ad indicare di quali categorie si tratti ma, tutto quello che voglio dire serve a dare una visione d’insieme senza scendere nel merito in relazione al prezzo da pagare in una società nella quale il profitto e l’individualismo prevalgono rispetto all’ordine delle cose naturali. Richieste contrastanti e mancanza di chiarezza sui ruoli sono tra le cause che spesso vengono fraintese e stigmatizzati grazie anche alla riorganizzazione ed alla precarietà del lavoro. Questo è scientificamente provato ma, vi siete chiesti quanti lavativi ruotano in questo marasma di decisioni avulse ad ogni schema di performance strategica che danneggiano la salute e il benessere mentale oltre a rendere precaria l’attività gestionale di un’azienda sia pubblica che privata?

ELLE-KAPPA lavoroPenso che questi due presupposti dovrebbero stare alla base delle relazioni interattive sui luoghi di lavoro. Basterebbero a rendere più idilliaca la vita lavorativa con ricadute positive sulla produttività. Ecco, questo è l’entusiasmo che da un po’ di tempo a questa parte va sempre di più scemando sui posti di lavoro per rischiare di sparire del tutto. Chi scrive ha attualmente circa quaranta due anni di attività sul groppone e immaginate come mi sento vista l’involuzione socio-lavorativa. Quando si parla di sicurezza sul posto di lavoro, l’attenzione del legislatore si è maggiormente focalizzata sul danno fisico anziché mentale. Non è che la sua attenzione si sia soffermata particolarmente sul mobbing, nell’accezione più comune, quale insieme di comportamenti aggressivi di natura fisica e verbale, esercitati da una persona o un gruppo di persone nei confronti di altri soggetti, specie in ambito lavorativo aziendale, così da impedirgli di lavorare o porre insopportabili costrizioni nello svolgimento del lavoro stesso. Anche nel caso di bullismo a scuola, nonnismo tra le forze armate, il bossing da parte di una autorità in un determinato contesto, sono alcune delle fattispecie più ricorrenti, non ho notato un suo particolare interesse. Sembra aver preso tutto ciò semplicemente in considerazione, quasi che è soltanto ciò che viene detto e null’altro che non implica nulla di più, cioè: chiacchiere. Scusate la mia franchezza.

Tutte, comunque, in un modo o nell’altro, servono ad indurre un membro non gradito all’autoallontanamento spontaneo dal gruppo o associazione, attraverso tutta una serie di pressioni e vessazioni di tipo morale o psicologico. Purtroppo, ancora oggi, non sempre rilevanti dal punto di vista giuridico in quanto, la materia, sembra suscitare grande interesse per la sola sociologia delle relazioni interpersonali. In Italia, rispetto alla Svezia, tanto per citare uno Stato all’avanguardia, siamo ancora anni luce indietro e, quelle poche sentenze che sono state emanate, hanno semplicemente generato curiosità e scalpore. Quindi, vista la situazione in ottica lavorativa, sono del parere che un valido strumento di auto difesa è costituito dal lavativismo al quale ricorre, nello spirito di autoconservazione, l’individuo che non ha voglia di lavorare; fannullone e scansafatiche. Cosa diversa, invece, sempre nell’ambito lavorativo, è la figura del “bighellone” che si identifica in colui che perde tempo andando in giro a far nulla e, anche se involontariamente, dà fastidio agli altri. Forse ancora più consolidata in quest’epoca di contraddizioni, per racchiudere in se tutte queste qualità negative, è il bourgeois-bohémien, quale figura dalla personalità più disparata, perennemente depressa, che pensa sinistra e vive a destra. Il tipo in questione, che va sempre di più affermandosi, lo si vede come pervaso da una forma di “frustrazione prostatica”. Essa è generata, a mio modesto parere, da un martellante susseguirsi di ipotesi connesse a circostanze, occasioni e opportunità che si presentano poche volte nella vita, specialmente in quella lavorativa. Questa è: “la carriera”. Ne conosco alcuni.

Quindi, per concludere, ci siamo chiesti cosa esce fuori da un contesto in cui coesistono mobbizzati, lavativi e i bourgeois-bohémiens (in calabrese: ruffiani). Quindi, rivolgendomi al Ministro Madia, suggerirei la costituzione di un osservatorio che propini il suo impegno al dissolvimento delle discrasie operative in ottica di governance nel pubblico. Qualora, vista la farraginosità del nostro apparato, quale deterrente, si potrebbe costituire una nuova figura professionale con l’obbligo di pagare i contributi assicurativi all’Inps ed all’Inail con grande soddisfazione del Senatore Razzi, quello della regolarizzazione per l’attività delle prostitute, tanto per intenderci, e rimpinguare le casse di uno Stato labile e confuso.