di Josephine Condemi —
Cemento da ceneri di carbone o biomassa. La società Diano Cementi spa vuole potenziare il proprio impianto a Saline Joniche attraverso l’utilizzo di ceneri leggere di carbone o biomassa e gesso chimico. Ieri sera Nuccio Barillà di Legambiente ha interpellato pubblicamente l’ente regionale, nella persona del Presidente del Consiglio Nicola Irto, sulla richiesta di valutazione di impatto ambientale presentata dalla società il 29 marzo scorso.
L’occasione è stata la proiezione del documentario Mare Carbone all’auditorium Calipari del Consiglio Regionale della Calabria, nell’ambito delle iniziative per la Corrireggio 2016. Il documentario, vincitore del Festival Torino Cinemambiente 2015, racconta del ritorno alle radici di una ragazza nata in Val d’Aosta, calabrese di terza generazione. «Mia moglie è originaria di Melito Porto Salvo» ha spiegato il regista Gian Luca Rossi «torniamo qui ad ogni estate ma quasi come turisti. Il film è stata l’occasione per scoprire di più su questa terra, sulla storia di Saline Joniche attraverso le voci di chi l’ha vissuta. Il fatto che mia moglie fosse incinta durante le riprese ci ha fatto riflettere su che tipo di futuro vogliamo dare ai nostri figli».
Subito dopo la proiezione e la lettura dei saluti del Presidente del Consiglio Regionale da parte della segreteria, Barillà ha chiesto una parola chiara all’ente regionale su questo nuovo capitolo che si apre sulla partita di Saline: «Vogliamo uscire dall’incubo del carbone, in un mondo che va sempre di più verso le energie rinnovabili. Il recupero dell’area dell’ex-Liquichimica è una questione politica prima che burocratica e come tale va affrontata».
La complessa questione del progetto Sei sulla centrale a carbone da 1320 mw da far sorgere nell’area è una questione aperta: dal punto di vista politico, il risultato del referendum svizzero del 2013 impedisce ad aziende con partecipazione pubblica di investire sul carbone. L’azionista di maggioranza del gruppo Sei, Repower spa, controllata dal Canton dei Grigioni quindi pubblica, aveva annunciato il ritiro dal progetto entro la fine del 2015 ma di questo ritiro non si hanno conferme, e sul sito della società il progetto Saline è ancora visibile. Nelle aule dei tribunali, il ricorso al Tar del Lazio vinto dalle associazioni calabresi, dalla regione Calabria e dai comuni di Montebello e Condofuri, nel febbraio 2015 aveva annullato la valutazione positiva di impatto ambientale resa nel 2012 dal Ministero dell’Ambiente: una sentenza che la Sei ha deciso di impugnare, ricorrendo al Consiglio di Stato, di cui si aspetta il giudizio. La politica energetica è inoltre materia concorrenziale Stato-Regioni, uno degli argomenti interessati dalla riforma costituzionale su cui si voterà ad ottobre prossimo. Valenza simbolica ha anche il processo in corso, la cui prossima udienza si terrà a luglio, che vede interessati quattro attivisti no-carbone, citati in giudizio dalla Sei per danni d’immagine derivanti dalla diffusione di immagini e testi ritenuti lesivi: la richiesta di risarcimento è di quattro milioni di euro.
In questo quadro si inserisce la richiesta di Valutazione di Impatto Ambientale presentata dalla società Diano Cementi spa alla regione Calabria il 29 marzo scorso (il link dal sito della provincia). Un avviso pubblico in cui si specifica che copie del progetto di potenziamento e dello studio di impatto ambientale sono depositati e disponibili alla consultazione alla regione, alla provincia, al comune di Montebello, alla Comunità Montana Versante dello Stretto, all’Ente Parco dell’Aspromonte.
Ma il sindaco di Montebello, Ugo Suraci, presente ieri alla proiezione insieme all’Assessore all’Ambiente del comune di Melito Porto Salvo, Ugo Sergi, e al Presidente dei Sindaci dell’Area Grecanica, Salvatore Mafrici, si è detto «sorpreso nell’apprendere questa notizia. Continuiamo nel nostro percorso di resistenza e auspichiamo che la regione ci supporti. Non possiamo più tacere». Le proposta di Barillà guardano alla città metropolitana: «trasferiamo a Saline il Museo del Mare, spostiamo a Saline, quartiere di Reggio, il Waterfront, attraverso i fondi europei». Nell’avviso pubblico presentato dalla Diano si comunica inoltre che chiunque può prendere visione del progetto e presentare osservazioni entro sessanta giorni dall’annuncio. Venticinque sono già passati.