Alla vigilia della riapertura del Museo archeologico nazionale di Reggio interviene il presidente del Consiglio regionale Nicola Irto, secondo cui “quello che si appresta a vivere la città e, con essa, l’intera Calabria è un giorno di festa. Il più importante museo della nostra regione sta per essere restituito alla piena fruizione del pubblico. Nel lungo periodo in cui è rimasto aperto solo in minima parte, il ‘Marc’ è riuscito a diventare il primo del Mezzogiorno d’Italia per numero di visitatori, attratti dalla straordinaria bellezza dei Bronzi di Riace e da altre testimonianze di inestimabile valore dell’arte magnogreca”. Secondo Irto, “la circostanza di averlo atteso così a lungo, probabilmente, ha fatto comprendere a tutti noi quanto sia prezioso per Reggio Palazzo Piacentini, i cui lavori di ristrutturazione rientravano nell’ambito delle opere programmate per il 150° anniversario dell’Unità d’Italia. Adesso il museo, sotto la guida del direttore Carmelo Malacrino, può tornare a essere l’elemento qualificante dell’offerta turistica e culturale della Città metropolitana e di tutta la regione”.
“La nostra comunità attende spasmodicamente la giornata di domani, che sarà resa ancora più solenne dalla presenza del presidente del Consiglio dei ministri, Matteo Renzi, la cui partecipazione all’evento è l’ennesima conferma dell’attenzione del governo nazionale nei confronti del nostro territorio. Il premier – osserva il presidente Irto – arriverà anche per sottoscrivere il Patto per la Calabria e il Patto per Reggio, due intese di valore concreto e non meramente simbolico, con cui lo Stato centrale, la Regione e le autonomie locali assumeranno reciproci impegni per promuovere lo sviluppo sociale ed economico di questa terra. A pochi giorni dalla presentazione del nuovo Por, per la Calabria si annuncia un’altra giornata destinata a segnare una svolta, un cambio di direzione che ci allontanerà dalle secche della crisi e creerà le condizioni – conclude Nicola Irto – per uno sviluppo permanente e sostenibile della nostra società”.
Di tutt’altro tenore il commento del segretario regionale del PCdI, Michelangelo Tripodi, che scrive:
Domani Matteo Renzi sarà a Reggio Calabria per l’inaugurazione del ristrutturato Museo della Magna Grecia di Reggio Calabria che, more solito, avviene con ben cinque anni di ritardo rispetto alla scadenza prevista che era quella del 2011 (150° anniversario dell’Unità d’Italia). E per non farsi mancare un’ulteriore spazio propagandistico ha annunciato che firmerà il Patto sulla Calabria e poi andrà in Sicilia per completare la giornata a Catania e Palermo dove ha annunciato che saranno firmati altri patti. Insomma un patto non si nega a nessuno, specie se si tratta di aria fritta e di riciclare sempre le stesse risorse. Nulla di nuovo all’orizzonte. Non c’è alcun finanziamento aggiuntivo rispetto ai fondi europei e nazionali già stanziati. I soloni del governo Renzi si sono inventati un meccanismo fantasioso (alla stregua della famosa finanza creativa di Tremonti) che rappresenta un vero e proprio specchietto per le allodole. il Por 2014/2020 è stato decurtato del 25%, riducendo della stessa quota il cofinanziamento statale (una sforbiciata che vale circa 7,4 miliardi in meno di cofinanziamenti a danno del Sud), con la garanzia che queste risorse avrebbero potuto essere utilizzate liberamente senza le prescrizioni comunitarie. Adesso scopriamo che quel 25 % sottratto alle regioni del Sud, viene utilizzato solo in parte (meno della metà), per finanziare i famosi Patti che Renzi sta firmando a cominciare da quello sottoscritto con la Campania di De Luca il 24 aprile scorso.
In sostanza Renzi si veste con le penne del pavone con i soldi che ha scippato alle regioni del Sud, E’ un gioco delle tre carte che rappresenta una toppa peggiore del buco. Anche perché il trucchetto di Renzi si accompagna ad una serie di misure che hanno rappresentato un ingente saccheggio di risorse del Sud che sono state spostate al Nord, che si aggiunge a quello operato dalla coppia Tremonti-Bossi con i governi Berlusconi;
- con lo Sblocca Italia 3 miliardi di euro, sui 3,9 miliardi complessivi, vengono prelevati dal Fondo Sviluppo e Coesione che dovrebbe alimentare insieme ai fondi europei le politiche a sostegno del Sud e destinati a finanziare interventi ed opere da realizzare al Nord del paese;
- per l’EXPO 2015, a Milano vengo investiti 12 miliardi di euro di soldi pubblici, prelevati anche dai FAS per il SUD, per investimenti diretti e indiretti legati alla realizzazione dell’evento. Si costruisce il villaggio dell’EXPO ma si realizzano anche nuove strade, autostrade, pedemontane, metropolitane e altre infrastrutture. E Renzi annuncia un nuovo investimento nell’aera ex EXPO di 2,5 miliardi di euro per il “Centro di Tecnologie per la vita”;
- l’utilizzazione nel 2015 di 3,5 miliardi dei 7,4 scippati al SUD, riducendo il cofinanziamento, per destinarli agli sgravi nazionali per i nuovi assunti (vedi Jobs act) che per almeno l’80 % sono finiti al NORD.
Il problema che i fatti hanno la testa dura. Infatti, se da una parte ci sono patti e Masterplan, dall’altra parte la realtà concreta denuncia un aggravamento della situazione sociale ed occupazionale che non ha precedenti nella storia del Sud. Tutti gli indicatori dicono una cosa sconvolgente: il Sud dell’Italia si trova in una condizione peggiore anche della Grecia. Impoverimento di massa, disoccupazione giovanile al 70%, reddito procapite più basso d’Italia, PIL con segno negativo da diversi anni, ecc. Crescono urgenze ed emergenze sociali che non trovano alcuna risposta da parte del governo e della regione Calabria.
Negli anni del governo Renzi a Roma e Oliverio a Catanzaro conosciamo un declino che appare irreversibile e che non può essere contrastato con la propaganda e con le passerelle che sono davvero stucchevoli e suscitano il rigetto dei calabresi, dalla galleria di Mormanno al Museo della Magna Grecia. Intanto, nei giorni scorsi, con il silenzio assordante di Renzi e del governo, la LCV Capital Management rinnega gli impegni assunti al Ministero dello Sviluppo Economico e cancella l’investimento per la produzione di vetture ecologiche che doveva dare lavoro a 800 lavoratori a Gioia Tauro. Una nuova beffa ai danni di Gioia Tauro e della Calabria mentre cresce la crisi del porto più del Mediterraneo.
Invece di firmare patti, Renzi avrebbe fatto meglio a garantire il rispetto degli impegni presi, ma per Renzi il SUD, oltre la propaganda, esiste solo se bisogna far approvare di notte emendamenti come quello di “Tempa Rossa” che saccheggiano le risorse del Sud a favore delle grandi multinazionali petrolifere. Le chiacchiere stanno a zero e i patti ancora peggio. Tutto quello di cui non hanno bisogno i giovani calabresi che chiedono diritti e lavoro e non patti e passerelle. Per questo ci vuole un piano vero per il Sud e la Calabria, ma, soprattutto, ci vuole un rilancio dell’intervento pubblico nell’economia, sapendo che il liberismo selvaggio e la centralità data alle imprese hanno prodotto solo disastri sociali e un enorme sperpero di denaro pubblico.
Negativo anche il commento che il capogruppo Fi, Alessandro Nicolò, affida ad una nota stampa.
“Dall’annuncio iperbolico dell’Alta velocità fino a Reggio Calabria, ovviamente rimasto privo di conseguenze, alla conclusione, che ha fatto ridere la stampa estera, dell’autostrada Sa-Rc per fine anno. Nel frattempo, nonostante i proclami reboanti del Presidente del Consiglio che domani sarà a Reggio – afferma il capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale Alessandro Nicolò – Gioia Tauro langue, la ferrovia versa nelle condizioni più deplorevoli, la ‘106’ è un colabrodo che miete vittime e la Calabria, di cui il governo si ricorda solo in campagna elettorale, ha la percentuale più alta d’Europa di giovani disoccupati”. Aggiunge Nicolò: “Ora il presidente Renzi torna a Reggio per tirare dal cilindro, come un giocoliere che però sta perdendo colpi, niente poco di meno che un provvedimento omnibus. Non la soluzione per uno solo, ma addirittura per tutti i problemi della Calabria. Il premier Renzi, il suo cerchio sempre mano magico e i suoi sostenitori calabresi chiamano la sorpresa che estrarrà nella città dello Stretto, ‘Patto per la Calabria’ e ‘Masterplan per il rilancio del Sud’. Al sottoscritto, ma anche ai cittadini che hanno bisogno di risposte reali e non amano le illusioni, quest’altra discesa di Renzi in Calabria fa venire in mente quella stupenda canzone di Mina del 1971: ‘parole, parole, parole… Soltanto parole…”.