soffia la Tramontana
Un bambino a due anni qualche parolina la dice, i dentini li ha messi. Dopo due anni nel momento in cui va a fare la visita dal pediatra, il pediatra controlla se sta crescendo secondo i programmi, oppure se magari ha bisogno di fare qualche vaccino in più, oppure se magari ha bisogno di rinforzarsi perché gli mancano alcuni strumenti essenziali. Sicuramente è un bambino che è diverso rispetto a prima: è un bambino che ha più interessi, un bambino che è più curioso, un bambino che spoglia gli abiti di infante che ha avuto finora e inizia a vestire quelli non più del neonato ma del bambino che in posizione eretta guarda con fiducia al futuro.
Oggi questo bambino ha bisogno di essere accompagnato da persone che sappiano bene, con certezza, quali sono i passi che dovrà muovere. Anche in relazione a quello che la mamma chiede di fare.
Il sindaco vede tutto, il sindaco approfondisce le criticità e sa qual è la situazione che si vive al palazzo, e dopo 24 mesi è consapevole di ciò che è meglio per il bambino. La politica è soprattutto il coraggio di cambiare le cose. I furbetti saranno messi da parte. Così parlò Giuseppe Falcomatà, sindaco della Città Metropolitana di Reggio Calabria. E qualcuno giura di avergli visto luccicare le zanne al posto dei dentini, mentre sorrideva risistemandosi sul suo scranno. Ma deve essere stata un’allucinazione da preHalloween.
Oggi che è stata vinta la sfida con Roma si apre un’altra sfida: è quella con noi stessi, aveva detto poco prima (3:18:04, per la precisione). Il tempo dirà se avremo la statura politica per governare questo processo che oggi è nelle nostre mani. Poi, proprio in chiusura dei suoi oltre 40 minuti di intervento, l’affondo. Il 24 novembre compiremo 24 mesi di mandato. 24 mesi sono due anni. E via con la metafora del bambino.
Quattro ore di Consiglio Comunale in diretta streaming declinando la rimodulazione del Decreto Reggio, il 31 ottobre. Passato un po’ in sordina. Ma gli strascichi dell’intervento del sindaco (dopo 2 ore e quaranta minuti di vari interventi) sono arrivati ieri pomeriggio in Giunta. E continueranno nel pomeriggio di oggi, nella riunione di maggioranza da cui (forse) dipendono i destini di Reggio Calabria.
Oggi la doccia fredda ha un nome, un cognome e una testata: Alfonso Naso che apre la Gazzetta del Sud con il “colpo di scena al Comune: azzerata la Giunta”. E bravo Alfonso, che ha “bucato” tutte le altre testate bruciando tutti sui tempi, in corsa con le rotative.
Le scosse di un terremoto politico annunciato da tempo hanno l’onda lunga. Partono dall’epicentro, Roma, dove tutto ruota intorno al sì/no referendario ed arrivano nella città dello Stretto squassando un po’ tutto. Inutile far finta di non sentirle. Mesi fa, a fine inverno, Falcomatà aveva avvisato: vediamo chi ha fatto cosa, vediamo se va cambiato l’assetto della squadra. Poi invece del terremoto annunciato era arrivato lo tsunami di luglio, e tutto si era congelato.
Stavolta la prima piccolissima scossa parte dal consigliere Pasquale Imbalzano (Nuovo Centro Destra), che ha lamentato la mancata presenza dei consiglieri di maggioranza nelle Commissioni (i numeri e lo stesso sindaco confermano la non assiduità). Poi è arrivata la metafora del bambinello. Pardon, del bambino. E il consigliere Paolo Brunetti (A testa alta per Reggio) ha cercato di fare il punto: “se non ho capito male lei sta dicendo che è venuto il momento di fare una verifica”.
Saltando da lunedì a mercoledì. Pomeriggio di Giunta comunale. Lunga, molto lunga. Finisce che è notte, e non perché siamo in regime di ora legale. E finisce con la decisione degli assessori (pare che il primo sia stato Armando Neri, perché il bene della città è più importante di una poltrona) di rimettere le deleghe nelle mani dell’allenatore. Deciderà lui se confermare la squadra, se cambiare qualche giocatore o se cambiare strategie. Magari si consulterà con i patron della squadra, i partiti. Che, a sentire le voci di corridoio sul Corso, non sarebbero stati consultati preventivamente. O magari la riunione di questo pomeriggio sarà interlocutoria, e finirà con un nacamento in attesa di.
Qualcosa succederà. Noi staremo attenti, come sempre, agli spifferi. Sperando che qualunque saranno le decisioni si cominci a giocare davvero per la metropolizzazione di questa città, ormai sempre in attesa di capire. E di reggere botta.
Si sa: i reggini sono abituati ai terremoti da centinaia e centinaia di anni. Supereranno anche questo.