La notizia viene diffusa nella serata di ieri. Una notizia con tanti zeri, che cavalca l’onda di uno dei due argomenti più trattati in questi ultimi giorni: il futuro dell’Aeroporto dello Stretto. Gli zeri fanno quasi 700.000: sono 696mila euro stanziati dal presidente dell’Amministrazione provinciale di Reggio Calabria, Giuseppe Raffa, “esercitando le funzioni del Consiglio provinciale ai sensi della legge 56/2014”. Tecnicamente si tratta dell’approvazione di una variazione di bilancio “per l’esercizio provvisorio dell’attività dell’aeroporto dello Stretto”. Il provvedimento, aggiunge la nota, è finalizzato alla “sola gestione delle attività aeroportuali e navigazione aerea, al fine di non compromettere la prosecuzione dell’attività volativa”.
E questa è la notizia. Poi c’è la sua lavorazione e il push mediatico che si cerca di dare.
Il mezzo scelto è ancora una volta Facebook, che scalza gli altri organi di informazione direttamente dalla pagina di Giuseppe Raffa, 4.807 like sotto la foto del palazzo di piazza Italia. Un post con poco più di 153 like. E la scelta di “sponsorizzarlo”: stamattina nella home di molti reggini compare lo stesso post “a pagamento”, proprio come fanno le aziende che vogliono far comparire in tutti i luoghi e in tutti i laghi i prodotti in lancio.
Scrive (e sponsorizza) Raffa: “Allo stato attuale, questa variazione di bilancio è l’unico atto concreto, cioè l’unico impegno economico che sia stato realizzato per salvare l’aeroporto dello Stretto e per evitare la chiusura dello scalo. Il resto sono solo parole, passerelle e telefonate.
La verità è che nessun ente locale, a parte la Provincia, ha messo un euro per salvaguardare lo scalo e assicurare ai nostri passeggeri la continuità dell’attività volativa. Ci sono state solo promesse.
La mia Amministrazione, per il tramite del sottoscritto, si è assunta oggi una responsabilità assai gravosa, a 360 gradi, affinché il ‘Tito Minniti’ non venisse chiuso. Da questo punto di vista, la sentenza del Tribunale fallimentare di Reggio Calabria consegna alla città una verità storica che nessuna abile operazione di marketing politico potrà cancellare: all’aeroporto dello Stretto tutti hanno voltato le spalle, perché interessati ad altri scali, per insipienza o per incapacità.
I problemi di una infrastruttura pubblica non si risolvono né con i ‘viaggi della speranza’ con il cappello in mano, né con le telefonate, ma mettendo a disposizione risorse finanziarie. Quello degli aeroporti a gestione pubblica sono modelli di business ‘a perdere’, come dimostra non solo la vicenda della Sogas ma anche quella di Crotone e finanche di Lamezia, il cui bilancio non è certo roseo nonostante i 2 milioni e mezzo di passeggeri e nonostante le ingenti risorse che gli enti locali, in testa la Regione, continuano a pompare nelle casse della Sacal.
In questo quadro siamo fortemente preoccupati per l’orientamento espresso da Alitalia, che in queste condizioni non è intenzionata ad andare avanti con la sua presenza a Reggio, e temiamo che questo nostro ennesimo sforzo risulterà vano se Alitalia dovesse davvero lasciare. Siamo veramente stufi di chi sull’aeroporto ha giocato una partita fatta di comunicati stampa e dichiarazioni. Ci siamo ritrovati in mezzo a un fuoco di fila, mentre le maggioranze e le minoranze sono rimaste con le braccia conserte a vedere l’aeroporto affondare.
Se non fosse stato per le ennesime risorse reperite nel bilancio della Provincia, i passeggeri di Reggio avrebbero già potuto prendere i pullman per Lamezia o Catania. Servirebbero più serietà e più responsabilità da parte di tutti !!!”.
Sponsorizziamo le sponsorizzazioni. E intanto continuiamo a volare.