di Paola Bottero
Che cos’è l’arte, se non un motore e un moltiplicatore di emozioni? Angela Pellicanò, Ninni Donato e Caterina Pellicanò devono essere partiti anche da questo assioma, prima di concettualizzare un nuovo esperimento che finalmente rende Reggio Calabria metropolitana non solo nel nome. Non a caso è la conseguenza logica di Metropolis.
Lo chiamano #antimuseo. Ma è qualcosa che va ben oltre i tag e le etichette cui ormai siamo (fin) troppo abituati. Ieri sera, mentre mi gustavo le “prove tecniche di condivisione”, ho trovato del tutto naturale questa nuova tappa del percorso artistico cui ci stanno abituando, nostro (loro) malgrado. Quello che inizierà domani, ed avrà un tempo non tempo (non durerà per sempre, come ogni sperimentazione, ma si darà dei limiti ed una chiusura in corso d’opera), è un modo del tutto innovativo ed altamente artistico di restituire l’arte all’arte. Le emozioni alle emozioni.
Cosa è diventata l’arte? L’ennesima vetrina, l’ennesimo palcoscenico in cui le mise scelte per partecipare (apparire) ai vernissage sono più importanti delle opere, in cui vengono definite opere “robbe” che neppure sono lavori, in cui si (auto)definiscono artisti persone alla ricerca, sì, ma di null’altro che visibilità a buon prezzo. L’arte ha perso l’arte per strada. Perdendo se stessa ha perso emozioni, contatti, fruibilità. Valore.
Il concetto da cui parte la nuova sperimentazione di Techné, in scena in via dei Correttori 6 (che è il nome della strada, ma non è un caso se deriva da corrigere, riparare, rimediare) da mercoledì 15 (il giorno dopo san Valentino, e mi piace pensare che pure questo non sia un caso), è semplicissimo e geniale. E trasforma Techné Contemporary Art in Techné Contemporary Emotion. Potrei sintetizzarlo nell’obiettivo di rendere finalmente fruibile l’arte, ma sarei in difetto. Perché il progetto in scena da domani tocca tutti i sensi, permettendo di gustare, guardare, toccare, sentire, annusare l’arte. Di viverla davvero, circondandosi di arte e diventando parte stessa dell’arte. Di ritrovare le emozioni, portandole in un luogo di arte che si trasforma in un luogo di emozioni prima di tutto. Di vita reale.
Parla il linguaggio della condivisione reale, Techné. Trasforma art in emotion. E si trasforma, diventando un luogo in cui stare ribaltando il concetto classico e demodè dell’arte. Ecco perché #antimuseo. Ma non solo, appunto. Anche e prima ancora un luogo in cui trovarsi per trovare, in cui portare le proprie emozioni e il proprio essere – reale e sociale, fuori dalle passerelle social – per amplificarli con il contatto con l’arte che diventa essenza. Scegliere Techné, trascorrerci del tempo, potrà derivare, all’inizio, dalla bellezza degli ambienti costruiti ad hoc, salotti di condivisione di emozioni personali e emozioni dell’arte. Diventerà presto casa: la casa come luogo dove si lascia il cuore, dove si lasciano le emozioni sapendo di ritrovarle intatte. E allora consumare insieme parole, contatti e un the o un’altra bevanda calda fruendo dell’oggetto di arte – ceramiche incredibili, pezzi unici pronti ad essere scelti – sarà l’inizio di un percorso che continuerà nell’altra casa, quella dove ci si ritira la sera, quando quell’oggetto artistico troverà posto tra gli altri oggetti che parlano di noi. E chiederà di avere accanto altri oggetti di arte. Di emozioni e di condivisione, giorno dopo giorno, nell’oasi nel deserto di via dei Correttori.