Orange8 e Carlostanaut: doppio concerto al Teatro Primo di Villa S. Giovanni

dal Teatro Primo
Orange8, duo composto da Valentina Criscimanni e Sergio Ferrari, si è formato a Roma nel 2010. Dopo anni a suonare dal vivo hanno pubblicato nel 2013 l’EP ‘Turtle Bubble’, uscito su vinile e digital download con un progetto di crowdfunding. Nel 2014 gli Orange8 hanno lasciato Roma e iniziato le registrazioni itineranti tra Italia e resto d’Europa del nuovo album, che li ha portati nel 2015 a scegliere la Scene Music Records come casa per pubblicare il primo album “Let the Forest Sing “, uscito il 7 ottobre 2016.

Quello degli Orange8 è puro psych folk, musica lisergica che nasce dalla voglia di viaggiare, conoscere nuovi mondi ed entrare in contatto con nuove culture. Il nuovo album ‘Let the Forest Sing’ ne è la prova, registrato in giro per l’Europa con decine di special guest e featuring trovati lungo i propri viaggi terreni e mentali.

Carlostanaut, nato artisticamente a Roma fine anni 90, debutta a “Il Locale” come cantautore. Storico laboratorio musicale della, allora, Roma artistica che lanciava la nascita dei piccoli “Club Music Bar” che volevano ricordare appunto i piccoli localetti americani dove si improvvisavano vere “Jam Sassion” e tanti live di qualità. Insieme in programma con il cantautore iniziavano a cantare la propria musica anche Gazzé, Silvestri, Subsonica da Torino, Cammariere, Tiromancino e molti altri. La musica di Carlostanaut è adatta ai palati più diversi essendo una continua contaminazione di suoni melodici mediterranei.
Carlostanaut vuole ripercorrere al Teatro Primo il suo vissuto musicale dagli esordi ad oggi, dallo swing alla canzone d’amore, dal latino alla ballade francese.
Al Teatro Primo di Villa San Giovanni (Rc) 
via delle Filande 29
Sabato 22 Aprile ore 22:00
Ingresso Libero fino ad esaurimento posti
Apertura Sala ore 21:30

Prossimi Appuntamenti

Teatro ( evento fuori cartellone)
Domenica 23 Aprile  ore 19:30

“PATRES”

scritto e diretto da Saverio Tavano

con Dario Natale e Gianluca Vetromilo
Prod Residenza Teatrale Scenari Visibili-Lamezia Terme

Patres nasce dall’intento di analizzare il rapporto tra padri e figli, intendendo la figura genitoriale come un riferimento ad ampio raggio. Questo è il tempo dell’assenza del padre, una figura che ha sempre avuto l’atavico compito di trasmettere la conoscenza, la memoria del passato.
Non esistono più padri politici, padri spirituali, padri maestri; latitano o sono divenuti compagni di gioco dei loro figli. I figli tentano invano di colmare questa mancanza, in una condizione di attesa, di sospensione, di impasse. Siamo tutti figli in attesa… aspettiamo. Un giovane Telemaco di Calabria attende da anni il ritorno di suo padre, paralizzato dall’attesa, davanti all’orizzonte che può solo immaginare dal buio della sua cecità, attende su una spiaggia bagnata dal Mar Tirreno, mette le mani avanti per vedere l’orizzonte, si rivolge verso il mare e aspetta che questo padre ritorni. È il mare che scandisce e accompagna la vita di questo figlio incapace di vedere come di andare, in attesa di un padre che invece non è in grado di restare/tornare a casa, in una terra ostile. Un “Pater” che lega il figlio ad una corda perché altrimenti potrebbe perdersi, incapace di stargli accanto, non ritrova il coraggio della testimonianza e la forza della trasmissione. Telemaco dalla lunga attesa, non aspetta un Godot, aspetta realmente qualcuno e l’attesa è dinamica, come un’erranza, un rischio.
Goethe afferma che l’eredità sta in un movimento di riconquista, vero erede è un orfano a cui nessuno garantirà nulla. Ereditiamo il niente, ma non proveniamo dal niente, occorre quindi recuperare il nostro scarto col passato. [Miglior Spettacolo Festival Inventaria 2014 – Vincitore del premio Contro le Mafie dei MEI 2014 – Secondo premio Festival Teatrale di Residenza Museo Cervi]
Teatro (evento fuori cartellone)
Domenica 30 Aprile ore 19:30

“FORMICHE”

di Saverio Tavano
con Alessio Bonaffini e Saverio Tavano

Due uomini decidono di isolarsi per sempre dal mondo, come Hikkikomori condividono un unico luogo. Nonostante la precarietà, nonostante la solitudine rimangono uniti, mentre le formiche invadono quello spazio coprendolo fino all’orlo, come un cesso per il quale acqua più non ce n’e. Una wunderkammer dell’anima, vuota dove la consapevolezza sembra aver preso una deriva, la solitudine ha innescato un conflitto tra il singolo e l’altro, se stesso, il niente.