da Pasquale Amato
Finalmente il Lungomare Falcomatà è stato affiancato al Copacabana di Rio De Janeiro. Di solito sono generoso nel complimentarmi con chiunque a Reggio porta avanti una bella idea. Stavolta mi devo complimentare con me stesso per aver sostenuto in solitudine per anni questo abbinamento.
Ma aggiungo un’annotazione: dopo quasi 50 anni dal 14 luglio 1970 cosa c’è di male a usare la denominazione “Arena dello Stretto Ciccio Franco”?
Abbiamo giustamente dato il nome di Italo Falcomatà al lungomare (anche se dobbiamo trovare il modo di ricordare il Sindaco della ricostruzione Giuseppe Valentino). Abbiamo giustamente intitolato l’aula del consiglio comunale al Sindaco Pietro Battaglia, uno dei due leader della rivolta del 1970. Ma l’altro leader fu Storicamente Ciccio Franco.
Mi auguro, da reggino e da socialista, che – proprio in questa fase storica in cui la città metropolitana appena nata sta subendo una serie di batoste – si cambi quell’iscrizione sbagliata di “Anfiteatro” (errore diffuso in vari comuni) e si sostituisca col nome definitivo di “Arena dello Stretto Ciccio Franco”.
Senza attardarsi in sterili polemiche e riconoscendo tutti a questo figlio di Reggio il merito storico di essersi battuto per difendere la sua comunità. Completeremmo il percorso avviato 20 anni fa proprio da Italo Falcomatà quando – affrontando mugugni e resistenze varie – decise di fare erigere sul lungomare il monumento dedicato alla “rivolta di Reggio”. La rivolta urbana più lunga della storia contemporanea.