soffia la Tramontana
– Indegno cacciare una mamma incinta alla fine della gravidanza.
– Sì, vabbè. Ma anche lei ci ha marciato.
– Non firmava niente. Ha paralizzato la città. Solo selfie di propaganda.
– E chiedersi perché non firmasse, no? Quando si accetta una delega si è costretti a tapparsi occhi, orecchie e bocca e usare solo la mano per la firma incondizionata?
– Però lui almeno poteva dirglielo prima, e non pubblicarlo sul giornale. Poteva usare anche Messenger, oltre Facebook.
– Guarda che è lei a dire di non averlo saputo. In realtà lo sapeva benissimo.
– E comunque non si doveva far nominare nella segreteria nazionale del Pd. Non ha manco la tessera. Il posto non toccava a lei.
– L’hanno chiamata, che doveva fare? Rinunciare? Ha fatto benissimo. Evidentemente a Roma l’hanno preferita a Peppinello. E allora? Per questo la caccia?
– Ha fatto bene a cacciarla. Come può chiamarsi di fiducia un assessore che non si presenta mai alle riunioni di giunta? L’ha scritto, il sindaco: tutti i lunedì. Non poteva segnarselo in agenda?
– Se non si presentava avrà avuto le sue buone ragioni.
Cinquanta e cinquanta. Il divorzio annunciato e consumato tra Giuseppe Falcomatà e Angela Marcianò coinvolge e divide la città di Reggio Calabria, mai come ora decisa a prendere una posizione. Tra commenti, illazioni, previsioni, ipotesi, ognuno dice la sua.
Intanto dalla sera del primo annuncio pubblico ed esclusivo del sindaco circa la decisione di ritirare le deleghe all'”ex assessore” è avvenuto il miracolo: dopo le 21 l’acqua c’è. E dura per tutta la notte.
– Ecco, vedi? Colpa della Marcianò. L’ha cacciata e finalmente abbiamo di nuovo l’acqua potabile.
– Già. Era lei a chiudere i rubinetti a una certa. Eddai. Non capisci quanto è finu u Peppinu?