Giacomo, che la forza sia con te

di Paola Bottero

“Sai cosa continua a stupirmi e mi riempie di gioia? Che mi vogliono bene. Che ci vogliono bene. Dovunque andiamo, a un evento qualsiasi o in una commedia teatrale, nei film, nelle cose che facciamo: a me e a Gigi sono complimenti continui, dimostrazioni continue di affetto. Mi, ci fermano per strada. Bravo, bravi, dicono”.
Una delle ultima cose che mi hai detto, Giacomo. Era martedì pomeriggio, avevi ancora addosso le gioie delle ultime giornate – la gita domenicale a Monasterace e a Stilo con Mario Riggio, la commedia che ha portato il fantastico duo Miseferi&Battaglia in carcere, lunedì – e le mescolavi con le cose di cui ti stavi occupando – gli studi per padre Puglisi, la Reggina, Passpartu, Compari d’Italia, il Palizzi Film Festival, le nuove idee da sviluppare insieme.
Con te è sempre stato così: un intreccio continuo di passato, presente e futuro. Le cose fatte, quelle da fare. La gioia della condivisione, la ricerca delle cose vere, genuine. E lo stupore, la meraviglia. Quella che ti riempe gli occhi di luce e di certezze.

La Battaglia l’hai insita in te, da quando sei nato, Giacomo. Ne hai appena superata una, in cui hai ballato in punta di piedi come il tuo amato Zorro, facendola sembrare molto più facile di quella che è stata. Ed eccoti dentro un’altra. La più importante, forse. Quella decisiva.

Amo come te la riservatezza dei sentimenti. Ne parliamo sempre, no? Eppure ci siamo anche detti, martedì, che a una certa – ora, età, luce del pomeriggio: finiscila tu la frase, l’artista sei tu – bisogna buttare giù a pugni le convenzioni, iniziare ad abbattere i muri costruiti da altri, ma anche da noi.
E così eccomi, Giacomo. Smetto di guardare Whatsapp nella speranza che quel tuo ultimo accesso – mer alle 04:22 – cambi in un online. Smetto di aspettare i bollettini medici che tuo fratello Gigi continua a diramare con tutto l’amore che può. Smetto di guardare la tua bacheca Facebook dove sorridi mentre gusti la vita (e poco importa se ha la forma di un frutto, di una forbice mentre giochi all’inversione dei ruoli con Salvatore Clemensi o di un papillon di scena), e ripenso alle tue parole.

Giacomo Battaglia (Stilo Mario Riggio)Siamo in tanti, tantissimi a volerti bene – e non potrebbe essere altrimenti. Il bene è importante, genera bene.
Così, proprio come ci siamo dette con Ines nei primi momenti di smarrimento, trasformiamolo, tutto questo bene. Trasformiamolo in energia, in preghiera per chi crede, in flussi positivi e continui. Tu stai scegliendo il frutto da gustare, da qualche parte. Tu stai mettendo tutto te stesso, nella tua battaglia. E noi dobbiamo aiutarti a vincerla. Perché tu sei la Battaglia. Tu devi vincerla per tornare tra noi: abbiamo ancora tanto, troppo bisogno di te.

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