Undici vittime sono tante, tantissime. La Calabria si è svegliata con numeri superiori alle previsioni. E si teme che possano aumentare: secondo una prima stima della Prefettura nel torrente si trovavano almeno 36 persone. «Una fenditura – spiega Tansi, capo della Protezione civile calabrese – riempita da quella scarica di acqua che ha travolto tutto. I corpi potrebbero anche essere stati trascinati a valle, verso il mare». Uno scenario tremendo, alimentato dall’incertezza sul numero di eventuali dispersi. Sul posto stanno operando da ieri Vigili del fuoco, Soccorso alpino, carabinieri e Protezione civile regionale.
La tragedia ieri nelle gole del Raganello, 400 metri di pareti di roccia che circondano il torrente, un canyon visitato ogni anno da migliaia di persone, la trappola mortale poco distante dal “Ponte del Diavolo”: un boato, poi acqua e detriti hanno travolto tutto, arrivando a valle.
La Protezione civile ieri sera ha inviato delle torri faro nelle Gole per illuminare la zona e continuare le ricerche di eventuali dispersi e dei corpi delle vittime della tragedia. Si cercano i cinque dispersi che ancora mancano all’appello.
il cordoglio del Presidente Irto
“La tragedia avvenuta nelle gole del Raganello, a Civita, lascia sgomenti e attoniti. L’ondata di maltempo ha trasformato quel canyon in una trappola”. È quanto afferma il presidente del Consiglio regionale della Calabria, Nicola Irto, che aggiunge: “È un momento terribile e di grave lutto per tutta la nostra regione, oltre che per le comunità dalle quali provenivano gli escursionisti travolti dalla piena. Mi stringo alle famiglie delle vittime alle quali esprimo il più sentito e profondo cordoglio dell’Assemblea legislativa. Grazie ai Vigili del fuoco, ai Carabinieri, alla Protezione civile e al Soccorso alpino per il loro incessante e commovente lavoro”.