Ieri il tribunale del riesame di Reggio Calabria ha revocato per lui gli arresti domiciliari, sostituendoli però proprio con la misura del divieto di dimora a Riace
È nella Locride, ma non ha ancora scelto dove fissare la propria dimora. Il sindaco di Riace, Mimmo Lucano, al quale ieri il Tribunale del Riesame ha revocato gli arresti domiciliari, ma ha disposto il divieto di dimora a Riace, è stato intercettato dai giornalisti a Caulonia Marina. Il primo cittadino di Riace è indagato dalla procura di Locri per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e fraudolento affidamento del servizio di raccolta rifiuti. Lucano ha spiegato ai cronisti: “Sono in giro perché non ce l’ho un luogo fisso dove stare. Per quattro ore ho dormito nella macchina. Ho una borsa in macchina, ho messo quattro cose, io vengo dalla militanza, sono abituato”. In queste ore sono moltissime le offerte di “ospitalità” che giungono al sindaco Lucano. In precedenza il sindaco aveva risposto alla frase che il ministro Salvini aveva pronunciato in una intervista radiodiofonica “Lucano non è un eroe dei tempi moderni”, replicando che non è un eroe ma aiuta i deboli. Al sindaco sospeso di Riace sono giunti diversi comunicati di solidarietà e alcuni consiglieri a Catanzaro hanno proposto di dare a Lucano la cittadinanza onoraria.
La revoca dei domiciliari (notizia del 16 ottobre)
Mimmo Lucano dovrà lasciare la sua Riace. Il tribunale del riesame di Reggio Calabria ha revocato per lui gli arresti domiciliari, sostituendoli però proprio con la misura del divieto di dimora nel paese che amministrava. La decisione è stata depositata stasera. Lucano era ai domiciliari dallo scorso 2 ottobre, quando è stato arrestato per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Il tribunale del Riesame, di fronte al quale oggi si è celebrata l’udienza, ha revocato dunque la misura disposta dal giudice di Locri sostituendola con il divieto di dimora. Il primo cittadino dovrà quindi allontanarsi proprio dal paese che in queste settimane è stato al centro di grandi mobilitazioni, messaggi di solidarietà e manifestazioni in suo sostegno. Prima di conoscere la decisione del Tribunale del riesame, subito dopo l’udienza, Lucano aveva detto a chiare lettere, con decisione, che il modello di accoglienza e integrazione creato nel suo comune sarebbe andato avanti anche senza soldi pubblici.