Ha parlato di emorragia di umanità e memoria il presidente dell’associazione Libera, don Luigi Ciotti. E l’ha fatto a margine di una manifestazione promossa dall’associazione a Catanzaro, durante la tappa conclusiva della carovana “Idee in Viaggio” partita lo scorso 18 di gennaio attraverso una serie di eventi in tutte le province calabresi. Perché “ci siamo dimenticati anche la nostra storia di migranti. Ci vuole allora una rivoluzione delle coscienze. Ad alcuni ragazzi stamattina ho augurato di essere dei lottatori di speranza, perché’ significa lottare per la vita, e i nostri maestri sono i poveri, gli ultimi, i migranti con la loro tenacia. Dobbiamo fermarci a riflettere”.
L’incontro, che si è svolto nel salone della Camera di Commercio, introdotto e moderato dalla referente provinciale di Libera, Elvira Iaccino, ha visto la partecipazione di Don Ennio Stamile, referente regionale dell’associazione e di Simona della Chiesa, figlia del generale Carlo Alberto dalla Chiesa ucciso dalla mafia il 3 settembre del 1982.
Don Ciotti ha deciso di utilizzare la parola “vergogna”, per l’Europa, i cui “i fondatori” giocherebbero “a scaricabarile sul tema e sulla pelle degli immigrati, vergogna anche del nostro Paese”. Ha parlato della baraccopoli di San Ferdinando, tendopoli “in condizioni disumane”. “Quando si vuole, si possono governare i processi – ha continuato il presidente di Libera”, per il quale è la “politica” a dover “governare i processi che accompagnano la storia di persone che arrivano da lontano”. Ha quindi detto che esistono “buone leggi, volute dal basso, come la legge contro il caporalato e il lavoro nero. Sulla carta sono delle buone leggi, poi però è necessario che dalla carta diventino vita e concretezza”.
Le leggi per don Ciotti “devono tutelare i diritti delle persone e non il potere e invece abbiamo leggi che garantiscano il potere di qualcuno a scapito delle persone, leggi fatte quasi per la caccia disperata di un consenso”.