di Alessandro Russo — Il cuore del problema della straordinaria esperienza che Reggio si appresta a vivere è rappresentato freudianamente dal fatto che in tanti si ostinano a chiamare “area” quella che per legge deve essere una “città”. Gli abitanti di una città si sentono o dovrebbero sentirsi tutti cittadini, gli abitanti di un’area non hanno un’identità comune, non hanno un senso di appartenenza, al massimo possono accettare di condividere servizi